
Selfie mania: come la gente si rincoglionisce | L’analisi di Italiano Sveglia
Prima che nascesse il nuovo modo di dire, prima che scoppiasse definitivamente la moda, la moda già c'era. Vogliamo dire che già era presente un buon numero di persone che amava riempire la propria pagina Facebook di autoscatti. Il grosso problema non è tanto il nuovo nomignolo anglofono, quanto il fatto che con esso l'autoscatto sia diventato un vero e proprio fenomeno di costume: se prima quello che si scattava foto in maniera maniacale era l'adolescente medio, da tutti considerato (a ragione) mentalmente un po' bambino, con l'avvento del nomignolo la pratica s'è diffusa e non è più vista di brutto grado dai normodotati adulti possessori di cervello.
Ecco quindi che ci tocca sorbire le gambe nude della gente al mare, trentenni che in posa si fotografano da soli, trentenni che in discoteca si fotografano con amici. Visibilità (voglia di piacere agli altri), vanità (voglia di piacersi), o demenza, oggi si scade nel selfie. E la faccia divertita non dovrebbe essere quella di chi figura in foto, ma quella di chi vede coloro che figurano in foto scattarsela. Basta aprire una pagina Facebook per essere travolti da un'ondata di facce, famose e no, in tutte le pose e in ogni occasione. Autoscatto artistico, ironico, banale o intellettuale, un innocuo gioco autocelebrativo o segno di un narcisismo estremo, che spinge a cercare gratificazioni in rete? Forse chi si fotografa così tanto non sa chi sia veramente?
Prima che nascesse il nuovo modo di dire, prima che scoppiasse definitivamente la moda, la moda già c'era. Vogliamo dire che già era presente un buon numero di persone che amava riempire la propria pagina Facebook di autoscatti. Il grosso problema non è tanto il nuovo nomignolo anglofono, quanto il fatto che con esso l'autoscatto sia diventato un vero e proprio fenomeno di costume: se prima quello che si scattava foto in maniera maniacale era l'adolescente medio, da tutti considerato (a ragione) mentalmente un po' bambino, con l'avvento del nomignolo la pratica s'è diffusa e non è più vista di brutto grado dai normodotati adulti possessori di cervello.
Ecco quindi che ci tocca sorbire le gambe nude della gente al mare, trentenni che in posa si fotografano da soli, trentenni che in discoteca si fotografano con amici. Visibilità (voglia di piacere agli altri), vanità (voglia di piacersi), o demenza, oggi si scade nel selfie. E la faccia divertita non dovrebbe essere quella di chi figura in foto, ma quella di chi vede coloro che figurano in foto scattarsela. Basta aprire una pagina Facebook per essere travolti da un'ondata di facce, famose e no, in tutte le pose e in ogni occasione. Autoscatto artistico, ironico, banale o intellettuale, un innocuo gioco autocelebrativo o segno di un narcisismo estremo, che spinge a cercare gratificazioni in rete? Forse chi si fotografa così tanto non sa chi sia veramente?